Non si placano le tensioni su banda larga e dintorni fra alcune società del settore. Al centro dell’attenzione i lavori di Open Fiber, la società controllata da Enel e Cassa depositi e prestiti. Secondo Reuters, Fastweb ha presentato ricorso; una seconda fonte dice che Tiscali si appresta a presentarlo. Entrambi hanno per oggetto presunti disservizi di Open Fiber, che ha inglobato l’ex Metroweb. Ecco tutti i dettagli sulla diatriba con le posizioni di tutte le società interessate.

L’ESPOSTO

«Open Fiber ritarda ingiustificatamente e impedisce il normale processo di acquisizione e migrazione dei clienti da parte di Fastweb mediante il mancato espletamento di un numero di ordini corrispondenti alla domanda di attivazione di servizi di accesso alla rete FTTH». E’ una delle principali accuse di Fastweb, controllata da Swisscom, verso Open Fiber. Le parole sono contenute in un esposto inviato all’Antitrust: Fastweb auspica che il Garante presieduto da Giovanni Pitruzzella avvii un’istruttoria nei confronti di Open Fiber con l’ipotesi di abuso di posizione dominante nella città di Milano.

LE LAMENTELE

Fastweb lamenta che “le infrastrutture di Open Fiber devono considerarsi come veri e propri colli di bottiglia ai fini della fornitura dei servizi di connettività a banda larga». Metroweb operava come fornitore di fibra spenta affittando l’infrastruttura a Fastweb che la utilizzava per realizzare la propria rete ed erogare in modo autonomo i propri servizi di connessione all’utenza finale. Nel 2016 Fastweb stipula un accordo con Open Fiber per la fornitura di connessioni endtoend su Milano. Un’intesa che prevede la fornitura di connessioni da parte di Open Fiber e la migrazione di tutta la clientela Fastweb su Milano dalla propria fibra a 100megabit per secondo alla più performante GPON di Open Fiber che connessioni ad 1 giga.

I NODI

«Attualmente vengono attivati circa 950 clienti a settimana ed Open Fiber continua a respingere le richieste di Fastweb di incrementare tale numero fino ad almeno 2000/2500 ordini a settimana», recita il testo. La società guidata da Elisabetta Ripa (che ha preso il posto di Tommaso Pompei) avrebbe l’80% della quota di mercato a Milano nell’accesso all’ingrosso alla fibra ma non avrebbe la capacità operativa per far fronte alle richieste di migrazione provenienti dalle famiglie milanesi intenzionate a passare alla connettività ad 1 Giga con «incremento dei costi, allungamento dei tempi per l’attivazione del servizio e conseguente perdita della clientela».

I PIANI

Open Fiber ha avviato nel 2016 un progetto molto ambizioso di realizzazione di una rete nazionale in FTTH, sfruttando le sinergie con la rete elettrica di Enel. Scrive il Corriere della Sera: “Ma a fronte di cantieri avviati o annunciati in più di 80 città il servizio – dalla stessa homepage di OpenFiber – risulta effettivo solo in 14. Dati pubblicati recentemente indicano che la fibra risulta vendibile solo in 1 milione e 900mila case, di cui 1 milione e 300mila sono quelle che Open Fiber ha ereditato dall’acquisto di Metroweb”.

LA POSIZIONE DI OPEN FIBER

Open Fiber ribatte ai ricorsi annunciati all‘antitrust da parte di Tiscali e Fastweb, gruppo Swisscom, contestandone i contenuti e affermando che intende da accuse che ritiene ingiuste tutelarsi nelle sedi opportune. “L‘offerta di Open Fiber è stata lanciata solo nel corso del 2017. Troviamo sorprendente che venga ventilato un presunto abuso di posizione dominante nei confronti di un operatore nuovo entrante”, premette la nota della società. I presunti disservizi riguardano principalmente ritardi nell‘attivazione delle linee. “Riteniamo strumentali gli attacchi di Fastweb e Tiscali. In particolare, la tempistica coincide con le divergenze riscontrate sui tavoli negoziali in essere con entrambi gli operatori”, aggiunge la nota di Open Fiber. “I volumi delle giacenze sono oggi fisiologici e, comunque, non esclusivamente imputabili ad Open Fiber”, spiega. “Il tenore e la contestualità degli attacchi fanno supporre un tentativo di indebolire la credibilità di Open Fiber e, quindi, di ostacolare l‘affermazione sul mercato di un operatore alternativo”, dice ancora la nota. “Open Fiber sta valutando di tutelarsi nelle sedi opportune rispetto a questi attacchi infondati e strumentali rispetto alle trattative commerciali in corso”.